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Dr.ssa Chiara Marzano

Specialista in Gastroenterologia, FEBGH
Endoscopia digestiva, ecografia, epatologia

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Endoscopia digestiva (diagnostica ed operativa)
E' la metodica strumentale utilizzata per lo studio endoscopico del tubo digerente, delle vie biliari e del pancreas. Si svolge inserendo una sonda, collegata ad un videoprocessore digitale, tramite la bocca o l'ano, consentendo di effettuare la diagnosi di eventuali lesioni e la loro terapia.

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Le principali procedure relative all'endoscopia digestiva sono:
Esofagogastroduodenoscopia (gastroscopia o EGDS): la gastroscopia è l'esame endoscopico atto a studiare il tratto digerente superiore (fino alla seconda porzione duodenale). Si svolge inserendo una sonda nella bocca, facendola avanzare fino alla prima parte dell'intestino tenue, il duodeno. Nel corso dell'esame è possibile effettuare prelievi bioptici per l'esame istologico (es. diagnosi di gastrite o celiachia) o per la ricerca dell'Helicobacter pylori, uno dei principali fattori responsabili dell'ulcera peptica.
Rettosigmoidocolonscopia (colonscopia o RSCS): è l'esame principale per lo studio della mucosa del colon e, nel sospetto di una malattia infiammatoria cronica intestinale (es. Morbo di Crohn - IBD), per lo studio dell'ultimo tratto dell'intestino (ileo). Si svolge inserendo una sonda nell'ano e facendola progredire, a seconda dei casi, fino all'ultima parte del colon, chiamata cieco, o all'ultima ansa ileale. La colonscopia trova diverse applicazioni nella pratica clinica, prima fra tutte lo screening e la diagnosi precoce dei tumori del colon-retto, a seguire la stadiazione di malattie del colon e la diagnosi di malattie altrimenti non diagnosticabili (ad esempio, le biopsie eseguite in corso di colonscopia permettono la diagnosi della cosìddetta "colite microscopica").
Endoscopia digestiva operativa: se nel corso di un esame endoscopico viene riscontrata la presenza di una lesione, come ad esempio un polipo, in certi casi è possibile che l'indagine da diagnostica diventi anche operativa allo stesso momento della diagnosi, permettendo un trattamento contestuale della lesione riscontrata (ad esempio mediante polipectomia endoscopica). A seconda del tipo di polipo riscontrato si possono utilizzare (programmandole in un secondo momento o più tempi) tecniche di polipectomia più avanzate, come l'EMR (Endoscopic Mucosal Resection - Resezione Mucosa Endoscopica) o l'ESD (Endoscopic Submucosal Dissection - Dissezione Endoscopica Sottomucosa). 
Lo studio endoscopico e radiologico delle vie biliari, cioè la Colangiopancreatografia Retrograda per via Endoscopica (CPRE o ERCP),  consente non solo la diagnosi di malattie delle vie biliari (es. calcoli delle vie biliari o tumori maligni delle vie biliari come il colangiocarcinoma), ma anche la loro terapia o palliazione (es. estrazione di calcoli biliari, litotrissia, posizionamento di stent).
Un'ulteriore metodica endoscopica che si avvale anche dell'ecografia è l'Ecoendoscopia, che viene usata principalmente per lo studio del pancreas, delle vie biliari e di alcune lesioni sottomucose del tubo digerente.
Ecografia
L'ecografia si svolge attraverso l'utilizzo di una sonda, appoggiata alla cute del paziente, che emette ultrasuoni che "rimbalzano" sulle strutture incontrate producendo echi; tramite un computer a cui è collegata la sonda, è possibile ricostruire la struttura degli organi interni convertendo gli echi di ritorno in un'immagine. Si tratta di una metodica nella maggioranza dei casi non invasiva, che prevede l'applicazione di un gel sulla cute del paziente per permettere una migliore trasmissione/captazione degli echi di ritorno da parte della sonda. In alcuni casi, può essere necessaria la somministrazione di un mezzo contrasto per via endovenosa (CEUS) e per bocca (ad esempio nell'ecografia delle anse intestinali - SICUS), per una migliore caratterizzazione delle lesioni evidenziate con l'esame di base.
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Lo studio ecografico dell'addome è ormai diventato una metodica di uso comune nella diagnosi e nel follow-up delle malattie dell'apparato digerente, in particolare delle malattie del fegato e delle vie biliari.
Negli ultimi anni anche l'ecografia delle anse intestinali si è rivelata di estrema utilità nell'inquadramento delle malattie del tubo digerente, in particolare delle malattie infiammatorie intestinali croniche (morbo di Crohn, rettocolite ulcerosa, coliti intederminate).
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Breath test
Urea Breath Test: l'urea breath test (o UBT) è un test diagnostico non invasivo basato sulla raccolta di espirato prima e dopo la somministrazione di Urea. Il test serve a verificare la presenza dell'Helicobacter pylori (o Hp) nello stomaco, il batterio responsabile dell'ulcera peptica.
Breath test per intolleranza al lattosio: tramite questo test è possibile documentare la presenza di un'intolleranza al lattosio, una condizione benigna che tuttavia può limitare di molto la qualità di vita di chi ne è affetto. Si tratta di un test non invasivo basato sulla raccolta e l'analisi di campioni di espirato prima e dopo la somministrazione di lattosio.
Breath test al lattulosio: per lo studio dell'overgrowth batterico dell'intestino (sovracrescita batterica) o del tempo di transito oro-ciecale (OCTT). Con questo tipo di breath test è possibile approfondire la presenza di alterazioni dovute ad una diversa qualità o sovracrescita della flora batterica intestinale o ad alterazioni del transito intestinale, che si possono manifestare con segni e sintomi quali meteorismo, diarrea, dolore addominale, distensione e flatulenza. Si tratta di un test non invasivo basato sulla raccolta e l'analisi di campioni di espirato prima e dopo la somministrazione di lattulosio.​
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